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Pietro Vannucci

Pietro Vannucci detto il Perugino nasce a Città della Pieve, città allora ricadente nei domini del Comune di Perugia. Dopo un primo contatto con la realtà artistica perugina dovette avvicinarsi, secondo quando scrive Giorgio Vasari nel 1550, a Piero della Francesca. Nel 1472 il Perugino si iscrisse alla Compagnia di san Luca a Firenze.  Contemporaneamente iniziò a frequentare la prestigiosa bottega di Andrea del Verrocchio. Una lunga consuetudine con l’ambiente fiorentino segnò profondamente la sua espressione artistica, al punto che i contemporanei non esitarono a considerarlo maestro toscano: «Pietro Perugino, ben si può dire fiorentino, ch’è allevato qui» (F. Albertini, 1510). Giovanni Santi, padre di Raffaello, sottolineò (1485 circa) la sua affinità di temperamento con Leonardo da Vinci, sicuramente incontrato nella bottega del Verrocchio.

Un itinerario d’arte in Umbria

Seguendo le orme del celebre pittore, si apre un itinerario affascinante in luoghi ricchi di testimonianze d’arte, grazie al quale è possibile vivere l’esperienza di un artista in contatto diretto con il suo mondo.

Mappa

Itinerari a Perugia:

Madonna della Consolazione
Sant'Agostino e la Madonna della Consolazione
Perugia, Galleria Nazionale dell'Umbria
  • Monastero di S.Agnese (Madonna delle Grazie tra S. Antonio Abate e S. Antonio da Padova) 
    L'affresco, eseguito dal Perugino nell'anno prima di morire, su commissione di due suore, Eufrasia e Teodora, è conservato in una cappella interna dell'antico monastero di Clarisse, sorto intorno al 1330.
  • Collegio del Cambio (Sala dell'Udienza. Eroi, saggi, profeti e sibille)
    Il collegio del Cambio è la sede dell'arte dei cambiavalute di Perugia. Il 26 gennaio 1496 l’assemblea dei soci si riunì per discutere quale aspetto dare alla sala maggiore. 
    All'unanimità fu presa la decisione di far decorare la sala dell’Udienza e fu nominata una commissione che provvedesse a fissare le caratteristiche dei lavori da eseguire, scegliesse il pittore e lo pagasse direttamente.
    Nel febbraio 1499 sono registrati i primi pagamenti a Pietro Perugino, che vi lavorò con continuità per tutto il corso dell’anno, conducendo a termine l’opera nell’anno 1500, data segnata sulla parasta centrale di destra. Nel pilastro opposto Perugino dipinse il proprio autoritratto, accompagnato da un'iscrizione laudativa. 
    Il programma iconografico delle pareti è ispirato al trionfo delle Virtù, additate a modello da Catone l'Uticense: le quattro Virtù Cardinali - Prudenza, Giustizia, Fortezza e Temperanza - incarnate da figure esemplari tratte dalla storia greca e romana, e le tre Virtù Teologali - Fede, Carità, Speranza - rappresentate dalla Trasfigurazione di Cristo, dalla Natività e da Profeti e Sibille. Sulla volta è raffigurato il trionfo dei Pianeti, allusivi alla fortuna. 
  • Cattedrale di S. Lorenzo  (Madonna delle Grazie)
    La venerata immagine è dipinta contro il terzo pilastro della navata settentrionale, all’interno di un tabernacolo neogotico in legno dorato eseguito nel 1855.
    L'insolita iconografia rappresenta una «Theotokos», cioè la Vergine che esaudisce le preghiere dell'umanità. Fu eseguita da Pietro Perugino negli stessi anni della pala con lo Sposalizio della Vergine, conservata nel Museo di Caen.
  • S. Severo (Santi Scolastica, Girolamo, Giovanni Evangelista, Gregorio, Bonifacio, Marta)
    Le figure di Santi sono disposte ai lati di una nicchia che ospita una Madonna col Bambino di scuola fiorentina in terracotta. Nel 1505 Raffaello Sanzio, allievo di Pietro Perugino, aveva decorato la parte superiore della lunetta con una Trinità tra i Santi Mauro, Placido, Benedetto, Romualdo, Benedetto martire e Giovanni martire, con i rispettivi nomi dipinti sotto. Alla morte del maestro urbinate avvenuta a Roma nel 1520, il priore di S. Severo Silvestro di Stefano da Volterra incaricò Pietro Perugino di condurre a termine la parte inferiore del dipinto, dipingendovi una teoria di santi venerati dalla congregazione di monaci Camaldolese, identificati dai rispettivi nomi.  In basso a sinistra è una iscrizione con il nome del pittore e la data 1521.
    Cappella di San Severo
  • Abbazia di S. Pietro (La Pietà - Sant’Ercolano, San Mauro, San Costanzo, San Pietro Vincioli, Santa Scolastica)
    • La Pietà. La tavola era la cimasa del polittico di S. Agostino di Perugia, commissionato a Pietro Perugino nel 1502 e lasciato incompiuto alla morte dell’artista avvenuta nel 1523. La monumentale icona fu posta sopra l’altare maggiore, dove restò fino al 1654 quando la parte lignea fu smontata mentre i pannelli dipinti andarono a decorare le pareti del coro. Nel 1816 i monaci di S. Pietro ottennero la Pietà in sostituzione di una tela del Sassoferrato raffigurante l’Immacolata Concezione, trasferita a Roma nel 1813 con le requisizioni napoleoniche.
    • Sant’Ercolano, San Mauro, San Costanzo, San Pietro Vincioli, Santa Scolastica. Le quattro tavolette conservate nella sacrestia dell’abbazia provengono dal polittico dipinto da Pietro Perugino per i monaci cassinesi di S. Pietro. Il progetto prevedeva una tavola principale con l’Ascensione di Cristo, una lunetta con l’Eterno in una gloria di Angeli e una predella con alcune storie ancora da definire. Pietro dipinse i numerosi pannelli del polittico tra il gennaio 1496 e la fine del 1499, il nuovo altare fu solennemente inaugurato il 13 gennaio 1500. Nel 1591 il coro della chiesa fu radicalmente ristrutturato e le tavole dipinte furono disperse in più punti della chiesa. In seguito alle requisizioni napoleoniche del 1797, l’Ascensione di Cristo e la lunetta con l’Eterno furono portate a Lione, i pannelli con l’Adorazione dei Magi, il Battesimo di Cristo e la Resurrezione della predella finirono nel Museo di Rouen, i busti dei Profeti Geremia e Isaia andarono a Nantes mentre tra Perugia e la Pinacoteca Vaticana furono divisi i pannelli minori con i busti di Santi.
  • Palazzo Lippi Boncambi (Madonna col Bambino)
    Il quadro è una replica del gruppo centrale della pala dei Decemviri, gi à esposta nella cappella dei priori a Perugia.

Itinerari in Umbria: 

  • Cerqueto, (Chiesa di Santa Maria Assunta, San Sebastiano e frammenti di San Rocco e San Pietro)
    Il frammento è quanto resta della decorazione di una cappella posta sotto l’invocazione della Maddalena esistente nella chiesa di S. Maria, alla quale faceva capo una confraternita di penitenti. Da antiche descrizioni sappiamo che nella parete di fondo era dipinta in alto la Trinità in una gloria di Angeli e sotto la Maddalena affiancata da Santi.
    Cerqueto, Chiesa di Santa Maria Assunta, Perugino, San Sebastiano
  • Deruta, (L’Eterno e i Santi Romano e Rocco, in basso veduta di Deruta)
    L’affresco proviene dalla chiesa di S. Francesco di Deruta, fu commissionato dalla comunità di Deruta per scongiurare il flagello della peste del 1476, come recita una iscrizione posta sopra la veduta urbana: “DECRETO PUBLICO DE(R)UTA ANNO DNI MCCCCLXXV(I). Nel 1984 P. Scarpellini ha ravvisato in questo affresco un’opera giovanile di Pietro Perugino.
  • Corciano, (S. Maria, Assunzione di Maria, nella predella Annunciazione e Natività)
    Il 18 dicembre 1512 Pietro Perugino fu incaricato di dipingere una pala d’altare raffigurante la Vergine assunta in cielo alla presenza dei dodici apostoli, fornita di cassa e predella, utilizzando colori e oro di qualità non inferiori a quelli utilizzati da Raffaello Sanzio nella pala per Alessandra degli Oddi in S. Francesco al Prato a Perugia. L’impianto compositivo ripete in forma semplificata la grande pala dell’Assunzione del Duomo di Napoli.
    S. Maria, Assunzione di Maria, nella predella Annunciazione e Natività
  • Panicale, (Chiesa di San Sebastiano, Martirio di San Sebastiano)
    L’affresco decora la parete di fondo dell’oratorio di S. Sebastiano, di proprietà della comunità di Panicale. Sul piedistallo al centro della scena si leggeva il nome del pittore. La data 1505 è divisa in quattro targhe dipinte nei pilastri del portico: “A / D / M / DV”. La grandiosa scenografia architettonica sul fondo esalta la gestualità ritmica nella scena di martirio, ottenendo un classico equilibrio.
    Perugino Panicale Martirio di San Sebastaino
  • Città della Pieve, http://www.cittadellapieve.org/
    • Oratorio di Santa Maria dei Bianchi (Adorazione dei Magi)
      Nel febbraio 1504 i disciplinati della Compagnia dei Bianchi di Castel della Pieve si rivolsero a Pietro Perugino per l’esecuzione di un affresco nella parete d’altare del loro oratorio. L’affresco fu condotto a termine entro il corrente 1504, data leggibile sotto la figura della Vergine: “A.D.M.D.IIII”. Nonostante la rapidità esecutiva e l’ampio intervento di collaboratori, l’opera rivela la qualità altissima propria del miglior Perugino.
      Santa Maria deiu Bianchi
    • Duomo (Vergine in gloria e Santi Gervasio, Pietro, Paolo e Protasio)
      La pala fu commissionata a Pietro Perugino dai canonici del Duomo intitolato ai Santi Gervasio e Protasio, per l’altare maggiore della chiesa. Nel contratto stipulato il 14 aprile 1507 il pittore si impegnava a dipingere una pala raffigurante al centro la Vergine sedente col Bimbo, affiancata dai Santi patroni della cittadina e con in alto un Dio padre; ne era prevista la consegna nel termine. Neppure la disposizione delle figure seguì alla lettera le clausole del contratto, forse a casa delle difficoltà dei canonici a reperire i denari necessari per il compenso del pittore, che non ricevé quanto pattuito.
    • Duomo (Battesimo di Cristo)
      La cappella di S. Giovanni Battista nel Duomo fu costruita entro il 7 maggio 1510 ed è probabile che anche la pala dell’altare fosse già al suo posto. Pietro Perugino dipinse più volte la storia del Battesimo di Cristo sul Giordano, replicando in forma semplificata la grandiosa composizione ideata per la Cappella Sistina a Roma. Il confronto con il Battesimo della Nunziatella di Foligno ne colloca l’esecuzione nella seconda metà del primo decennio del ‘500.
      Battesimo di Cristo
    • Chiesa dei Serviti (Deposizione dalla croce; Compianto sul Cristo morto)
      I due affreschi decorano una antica cappella dedicata a S. Maria della Stella annessa alla chiesa dei Servi. L’affresco del Compianto aveva al centro una nicchia dove era esposto un gruppo in terracotta della Pietà, che fungeva da fulcro della storia. Per la composizione della Deposizione il pittore si avvalse di un modello in cera, secondo una pratica descritta da Giorgio Vasari il quale racconta che Perugino fece fare a Iacopo Sansovino “un Cristo deposto di croce a tutto tondo, con molte scale e figure che fu cosa bellissima”.
    • Chiesa di S. Pietro (Santi Paolo eremita, Antonio Abate e Marcello Affresco)
      La chiesa di S. Pietro è posta sul ciglio dell'altopiano sopra il quale sorge la città, a ridosso della porta del terziere del Castello, in direzione della Toscana. Nel 1508 vennero eseguiti ingenti lavori di restauro nella chiesa. Fu in questa occasione che fu rinnovata la decorazione della parete di fondo, che simulava una grande cornice in pietra ornata con finti rilievi. L'attribuzione a Pietro è puramente ipotetica e manca di qualsivoglia riferimento documentario, ma fu proposta da Baldassare Orsini nel 1804 quando lo stato di conservazione doveva essere decisamente migliore di quello attuale.
  • Assisi, (Basilica di Santa Maria degli Angeli, Porziuncola, Crocifissione)
    Il dipinto è quanto resta di una grande Crocifissione che decorava il primitivo coro della Porziuncola costruito nel 1485. L’affresco fu gravemente mutilato per consentire la costruzione della chiesa cinquecentesca. Nella biografia del pittore umbro, Giorgio Vasari racconta che “in Ascesi a Santa Maria degli Angeli; dove a fresco fece nel muro dietro alla cappella della Madonna, che risponde nel coro de’ frati, un Cristo in croce con molte figure”.
  • Bettona,
    • Pinacoteca Comunale, S. Antonio di Padova e devoto
      La piccola tela proviene dalla chiesa di S. Antonio di Padova di Bettona, officiata dai Frati Minori dell’Osservanza. Fu eseguita da Pietro Perugino, come recita la scritta nel bordo inferiore: “BOTO DE MARAGLIA DA PEROG(I)A QUANDO FO PREGIONE DE FRANCIOSE / CHE FO ADDI XI DE FEBRAIO MDXII PETRUS PINXIT DE CASTRO PLEBIS”. Ai piedi del santo è un ritratto del donatore in armi. E’ probabile che l’ex voto fosse appeso contro un muro o un pilastro della chiesa in sembianza di uno stendardo, secondo un costume molto diffuso in quel tempo di esporre in luoghi sacri le bandiere militari. 
    • Madonna della Misericordia, Santi Stefano e Girolamo e donatori
      La pala fu eseguita per la chiesa di S. Antonio di Padova, dei Minori osservanti. Non è nota l’identità dei due devoti inginocchiati alle spalle dei santi, verosimilmente marito e moglie. L’attribuzione a Pietro Perugino, sostenuta la prima volta da A. Mezzanotte nel 1836, è confermata dai dati stilistici che ne collocano l’esecuzione nella fase estrema dell’attività del pittore.
  • Spello, (Chiesa di Santa Maria Maggiore, Pietà tra i Santi Giovanni Evangelista e Maria Maddalena; Madonna col Bambino tra i Santi Biagio e Caterina d’Alessandria)
    I due affreschi decorano due altarini posti ai lati dell’altare maggiore e davanti all’ingresso del coro. Perugino venne a Spello l’8 marzo 1521 e il 13 successivo stipulò il contratto con i canonici. L’altare della Pietà, a sinistra, reca in due cartigli la firma del pittore e la data 1521.
  • Foligno, (Oratorio della Nunziatella, Battesimo di Cristo, nella lunetta l’Eterno in gloria tra due Angeli)
     L’affresco occupa una nicchia nella parete di fondo di un oratorio rinascimentale, costruito nel 1494 intorno ad un'immagine miracolosa. L’altare di S. Giovanni Battista è contrassegnato dallo stemma della nobile famiglia folignate Morganti. Nel XIX secolo vi si leggeva ancora: “OPERA PETRI ANNO DOMINI MD...”; la data frammentaria è stata completata 1507.  
  • Trevi, (Chiesa di Santa Maria delle Lacrime, Adorazione dei Magi, Santi Pietro e Paolo, Annunciazione)
    Il complesso pittorico decora la seconda cappella della parete destra della chiesa, dedicata ai Re Magi. Nella pedana ai piedi della Vergine è la firma del pittore: “PETRUS DE CASTRO PLEBIS PINXIT”. L’affresco fu eseguito nel 1521, Pietro Perugino è infatti documentato a Trevi nel settembre e nel dicembre di quell’anno. La composizione della scena principale rielabora l’Adorazione dei Magi nell’Oratorio dei Bianchi di Città della Pieve.
    Perugino - Trevi - Adorazione dei Magi
  • Montefalco, (Museo di S. Francesco, Natività, nella lunetta l’Eterno in gloria tra due angeli e Annunciazione)
    L’affresco riveste interamente una grande edicola posta a sinistra dell’ingresso della chiesa dei Frati Minori Conventuali, nella parete interna di facciata. La storia principale segue fedelmente l’impianto compositivo della Natività dipinta da Pietro Perugino intorno al 1502 per una cappella del convento francescano di Monteripido di Perugia, a sua volta ripresa dalla Natività del Collegio del Cambio datata 1500. L’affresco di Montefalco è il più tardo della serie ed è stato collegato ad un soggiorno di Pietro Vannucci nella cittadina umbra documentato nel 1503.
  • Fontignano, (Chiesa dell’Annunziata - Madonna col Bambino)
    Il piccolo affresco è l’ultima opera di Pietro Perugino, il quale mentre era intento a dipingere in questa chiesa di Fontignano si ammalò di peste e morì nel febbraio 1523. Perugino vi riutilizzò lo stesso cartone di una figura della Vergine presente in S. Maria Maggiore a Spello. Dall’arco esterno della tribuna fu staccato un affresco raffigurante la Natività, conservato nel Victoria and Albert Museum di Londra.

testo tratto da http://www.perugino.it/